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Sin dai primi anni di scuola elementare ho praticato sport.
Durante le scuole medie ho poi definitivamente scoperto la mia passione per diverse discipline.
Dopo aver fatto un anno di scuola calcio, due anni di judo, ho cominciato all’età di 9 anni a praticare il pentatlon.
Inizialmente solo corsa e nuoto per poi passare negli anni successivi ai 5 sport completi.
Corsa, nuoto, scherma, tiro, corsa ed equitazione.
Gli allenamenti si svolgevano per 5 ore al giorno, dalle 15:00 fino alle 20:00. Tutti i giorni ad eccezione del sabato, alle 17:30.
Studiavo la mattina, svegliandomi sempre alle 5:30 per poi andare a scuola alle 08:00. Gli allenamenti erano durissimi, e così la disciplina da seguire.
Nell’ambito sportivo c’era molto nonnismo e le figure di atleti già affermati e più grandi erano molto rispettate. Si facevano collegiali e ritiri, a Pesaro, in Sardegna, soprattutto al rientro dai fermi estivi per ripartire con la preparazione atletica.
Queste esperienze per giovanotti di 12-13 anni erano molto formative.
Moltissime amicizie, in tutta Italia, bellissime.Dalla Sicilia alla Valle D’Aosta.
Gli allenatori, che passando 5 ore al giorno con i ragazzi, divenivano dei secondi genitori.
L’agonismo, lo sforzo, la fatica, il sacrificio e così le delusioni dovute ai nuovi record che spesso non arrivavano.
La scherma, tutti contro tutti a un colpo solo, la gara di scherma durava tutto il giorno e non ti faceva scappare dal confronto con tutti.
Un colpo solo, poco tempo, dovevi subito capire l’avversario, attaccare o difenderti velocemente.
E poi lo spogliatoio, saper stare ai giochi, saperti fare rispettare e allo stesso tempo saper rifare i giochi agli altri.
Il nuoto, tanti km ogni giorno e così la corsa.
Il rapporto con i cavalli e poi il tiro con la pistola fino a 16 anni a 12 metri ad aria compressa e poi a fuoco, calibro 22 a 24 metri su sagoma mobile 7/3, 7 secondi chiusa e tre aperta per sparare.
Ho veramente dato tantissimo a questa disciplina e ha ottenuto altrettanto da questa esperienza.
Sono stato un buon atleta ma non ho sfondato nel pentatlon e così ho dovuto scegliere se entrare nei gruppi sportivi dei carabinieri, fiamme oro, fiamme gialle o proseguire la mia vita altrove.
Scelsi di proseguire altrove portando con me, per tutta la vita, gli insegnamenti fisici e morali che avevo ricevuto.
Per il decennio successivo proseguii lo sport nel fitness.
Tanti anni passati nelle palestre, raggiungendo anche li degli ottimi livelli di esperienza e preparazione.
Non è trascurabile l’esperienza agonistica che feci nel karting 125 a marce che per 6 anni.
In tutti gli anni, dalla fine del pentatlon e ancora oggi, non ho mai abbandonato il podismo.
La fatica e la cura fisica sono sempre stati insiti nel mio dna.
Negli ultimi 10 anni il podismo è rimasto la mia passione sportiva principale legato a piccole attività di fitness.
I problemi fisici sono arrivati e anche gravi, sopratutto dopo i 30 anni. Una delle sue più gravi patologie è stata l’ernia del disco, che mi ha limitato molto nello attività sportive.
La mia più grande soddisfazione è stata tornare a correre i 10 km nel tempo di 42 minuti se pur con un fisico massiccio, per via della muscolatura e soprattutto dopo l’intervento alla schiena.
I medici mi avevano detto che non avrei più potuto praticare sport.
Rimane sempre più complicato ad aggi svolgere attività sportive dati gli impegni lavorativi e sociali, ma una cosa è certa, farò tutte le attività che potrò fare e riterrò sempre lo sport come disciplina fondante del carattere e delle personalità.
Sin dai primi anni di scuola elementare ho praticato sport.
Durante le scuole medie ho poi definitivamente scoperto la mia passione per diverse discipline.
Dopo aver fatto un anno di scuola calcio, due anni di judo, ho cominciato all’età di 9 anni a praticare il pentatlon.
Inizialmente solo corsa e nuoto per poi passare negli anni successivi ai 5 sport completi.
Corsa, nuoto, scherma, tiro, corsa ed equitazione.
Gli allenamenti si svolgevano per 5 ore al giorno, dalle 15:00 fino alle 20:00. Tutti i giorni ad eccezione del sabato, alle 17:30.
Studiavo la mattina, svegliandomi sempre alle 5:30 per poi andare a scuola alle 08:00. Gli allenamenti erano durissimi, e così la disciplina da seguire.
Nell’ambito sportivo c’era molto nonnismo e le figure di atleti già affermati e più grandi erano molto rispettate. Si facevano collegiali e ritiri, a Pesaro, in Sardegna, soprattutto al rientro dai fermi estivi per ripartire con la preparazione atletica.
Queste esperienze per giovanotti di 12-13 anni erano molto formative.
Moltissime amicizie, in tutta Italia, bellissime.Dalla Sicilia alla Valle D’Aosta.
Gli allenatori, che passando 5 ore al giorno con i ragazzi, divenivano dei secondi genitori.
L’agonismo, lo sforzo, la fatica, il sacrificio e così le delusioni dovute ai nuovi record che spesso non arrivavano.
La scherma, tutti contro tutti a un colpo solo, la gara di scherma durava tutto il giorno e non ti faceva scappare dal confronto con tutti.
Un colpo solo, poco tempo, dovevi subito capire l’avversario, attaccare o difenderti velocemente.
E poi lo spogliatoio, saper stare ai giochi, saperti fare rispettare e allo stesso tempo saper rifare i giochi agli altri.
Il nuoto, tanti km ogni giorno e così la corsa.
Il rapporto con i cavalli e poi il tiro con la pistola fino a 16 anni a 12 metri ad aria compressa e poi a fuoco, calibro 22 a 24 metri su sagoma mobile 7/3, 7 secondi chiusa e tre aperta per sparare.
Ho veramente dato tantissimo a questa disciplina e ha ottenuto altrettanto da questa esperienza.
Sono stato un buon atleta ma non ho sfondato nel pentatlon e così ho dovuto scegliere se entrare nei gruppi sportivi dei carabinieri, fiamme oro, fiamme gialle o proseguire la mia vita altrove.
Scelsi di proseguire altrove portando con me, per tutta la vita, gli insegnamenti fisici e morali che avevo ricevuto.
Per il decennio successivo proseguii lo sport nel fitness.
Tanti anni passati nelle palestre, raggiungendo anche li degli ottimi livelli di esperienza e preparazione.
Non è trascurabile l’esperienza agonistica che feci nel karting 125 a marce che per 6 anni.
In tutti gli anni, dalla fine del pentatlon e ancora oggi, non ho mai abbandonato il podismo.
La fatica e la cura fisica sono sempre stati insiti nel mio dna.
Negli ultimi 10 anni il podismo è rimasto la mia passione sportiva principale legato a piccole attività di fitness.
I problemi fisici sono arrivati e anche gravi, sopratutto dopo i 30 anni. Una delle sue più gravi patologie è stata l’ernia del disco, che mi ha limitato molto nello attività sportive.
La mia più grande soddisfazione è stata tornare a correre i 10 km nel tempo di 42 minuti se pur con un fisico massiccio, per via della muscolatura e soprattutto dopo l’intervento alla schiena.
I medici mi avevano detto che non avrei più potuto praticare sport.
Rimane sempre più complicato ad aggi svolgere attività sportive dati gli impegni lavorativi e sociali, ma una cosa è certa, farò tutte le attività che potrò fare e riterrò sempre lo sport come disciplina fondante del carattere e delle personalità.
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